Memoria e impegno: due antidoti contro le mafie

Il 21 marzo è una data speciale per tutti noi: segna l’inizio della primavera, ma soprattutto è la “Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie”. Questa ricorrenza, istituita nel 1996 dall’associazione Libera, ci invita a fermarci un momento per riflettere su tutte le persone che hanno perso la vita a causa delle organizzazioni mafiose. Ogni anno, in questa giornata, in una città diversa d’Italia, viene letta in filodiffusione una lunga lista di nomi di vittime innocenti delle mafie. Un gesto simbolico che serve a mantenere viva la loro memoria e a sottolineare l’importanza di non dimenticare.

Fra i nomi più noti letti ogni anno vi sono quelli di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, i due magistrati uccisi dalla mafia nel 1992. Falcone, che aveva dedicato la sua vita a combattere la mafia, fu ucciso con sua moglie e tre agenti della sua scorta, mentre Borsellino perse la vita pochi mesi dopo, insieme ai cinque agenti che lo accompagnavano. Un altro esempio importante è quello di Peppino Impastato, un giovane siciliano, ucciso nel 1978, che ha lottato contro la mafia con la sua voce e il suo impegno politico, la cui figura è simbolo di coraggio e di resistenza. Ma non mancano esempi di personaggi del nostro territorio, quali il dott. Francesco Marcone, funzionario dell’ufficio delle imposte di Foggia, trucidato brutalmente sull’uscio del portone della sua abitazione, nel marzo del 1993.

Quest’anno la manifestazione si terrà a Trapani, dove cittadini e studenti si riuniranno per partecipare a eventi, incontri e attività dedicate alla legalità e al ricordo delle vittime.

Perché anche per noi giovani è fondamentale comprendere l’importanza di questa giornata? In alcuni contesti sociali, ragazzi come noi hanno creduto che la strada più facile per giungere al successo nella vita fosse quella dell’illegalità.

“Non ho mai visto un mafioso condurre una vita felice”, diceva don Luigi Ciotti.

Crediamo che la lotta contro le mafie non riguardi solo il passato, ma è una battaglia che dobbiamo combattere nel nostro presente e per il nostro futuro. Partecipando alle attività organizzate, informandoci e condividendo queste informazioni con amici e familiari, possiamo contribuire a costruire una società più giusta, scegliendo consapevolmente la via della legalità.

Il 21 marzo non è solo una data sul calendario, ma un’opportunità per tutti noi di dire “no” alla mafia e “sì” alla memoria, all’impegno e alla speranza. Perché, come ci insegna Libera, “una memoria viva che si fa impegno quotidiano” è la chiave per un domani migliore.

Articolo di Gaia Lorusso e Paola Mastrodonato, classe 2B Liceo delle Scienze Umane, plesso Staffa, A.S. 2024/2025

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