L’”incubo” dei compiti a casa può trasformarsi in un’interessante riflessione a proposito dei ruoli di genere. Mi ritrovo faccia a faccia con l’autrice Elena Gianini Belotti e un estratto del suo saggio “Dalla parte delle bambine”, pubblicato negli anni Settanta, in cui esprime una tesi che risulta ancora oggi attuale: secondo lei i bambini e le bambine vengono indirizzati verso i ruoli di genere già dalla nascita, non per natura, bensì per cultura. Secondo l’autrice, sin da quando siamo piccoli (addirittura già da prima di nascere), vengono inculcati nella nostra mente e nella nostra quotidianità dei comportamenti, inclinazioni, preferenze, che l’immaginario collettivo definisce prevalentemente “maschili” per i bambini e “femminili” per le bambine.
La società impone modelli di comportamento differenti a seconda del genere, formando identità modellate dalla relazione con l’ambiente.
Secondo l’Autrice, non esistono comportamenti biologicamente “femminili” o “maschili”. Le inclinazioni che spesso consideriamo innate, in realtà sono state costruite attraverso processi educativi che coinvolgono tutte le agenzie educative: la famiglia, la scuola, i media, la società e l’ambiente.
Nell’ambito della psicologia dello sviluppo, Piaget ha osservato che i bambini apprendono attraverso l’ambiente sociale, interiorizzando regole e ruoli. Vygotskij ha evidenziato il ruolo fondamentale dell’interazione sociale nel processo di costruzione dell’identità: secondo lui, il linguaggio e le relazioni con gli adulti influenzano pensiero e comportamento del/la bambino/a. Ad esempio, di solito si tende a regalare bambole o una finta cucina alle bambine e costruzioni o armi giocattolo o macchinine ai bambini. Allo stesso modo, si pensa che le bambine debbano essere dolci, disponibili, carine e tranquille, mentre i bambini debbano essere competitivi, coraggiosi, forti e non devono piangere, altrimenti ciò significherebbe che si comportano da “femminucce”. Se ai bambini e alle bambine vengono riconosciuti ed esaltati solo questi aspetti del loro carattere, ciò che apprendono su se stessi sarà plasmato da queste etichette.
Nonostante col tempo siano stati ottenuti molti progressi, questi stereotipi continuano a manifestarsi in forme meno evidenti. Un esempio è riportato dai messaggi
pubblicitari: nelle pubblicità che promuovono prodotti per la cucina o per la pulizia della casa sono presenti maggiormente le donne, mentre nelle pubblicità che promuovono automobili sono presenti maggiormente gli uomini.
Anche in ambito scolastico e lavorativo continuano ad esserci differenze nelle aspettative e nei giudizi rivolti a ragazze e ragazzi: si crede ancora che le ragazze si impegnano di più nello studio, specialmente delle materie umanistiche, mentre i ragazzi sono più portati nelle materie scientifiche e nello sport. Ad esempio, quando una ragazza si afferma in settori tradizionalmente maschili, come ingegneria, medicina, tecnologia o lo sport, i suoi successi vengono accolti con stupore o diffidenza. Allo stesso modo, i ragazzi che scelgono percorsi legati all’educazione (specialmente nella scuola dell’infanzia e primaria) o all’assistenza sociale, vengono derisi e considerati inadeguati.
Ciò dimostra come i pregiudizi siano ancora presenti nella mente delle persone e continuano a influenzare le scelte personali e professionali. Per questo motivo, per quanto riguarda le ragazze, si realizzano progetti e iniziative promosse a livello europeo (es. orientamento scolastico, informazione, valorizzazione di figure femminili nel mondo scientifico) per incoraggiare l’accesso femminile alle carriere STEM (Scienze, Tecnologia, Ingegneria, Matematica), con l’obiettivo di contrastare i condizionamenti dovuti dall’essere donna. Comprendere che i ruoli di genere sono costruzioni sociali permette di promuovere una cultura educativa più equa. Solo superando questi condizionamenti e queste influenze si può garantire a tutti la libertà di scegliere chi essere veramente, senza essere vincolati dalle aspettative imposte dal genere di nascita.
Articolo scritto da Maria Pia Pignataro, classe 5B, Liceo delle Scienze Umane, plesso Staffa, a.s. 2024/2025
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