Adolescence: il lato oscuro della crescita tra bullismo, misoginia e solitudine digitale

Adolescence è una miniserie britannica di 4 episodi, girata interamente in piano sequenza.

Tutto ha inizio con l’arresto di Jamie, il protagonista, che inizialmente ci appare come un innocente tredicenne. La storia prosegue e, durante l’interrogatorio, assistiamo a come Jamie uccide brutalmente una sua compagna di scuola, Katie. Nonostante le prove schiaccianti, il ragazzo continua a dichiararsi innocente fino all’ultimo episodio, quando, il giorno del suo compleanno, chiama il padre e gli comunica l’intenzione di cambiare la sua deposizione, ammettendo la propria colpevolezza.

Come accennato, Jamie inizialmente sembra un ragazzo timido e innocente, ma la sua vera natura emerge nel terzo episodio. Qui, dialogando con la psicologa, il ragazzo smette di apparire sensibile e comincia a incutere timore. Jamie rivela una visione del mondo femminile così inquietante da farci comprendere il motivo del suo gesto.

Jamie è evidentemente un ragazzo disturbato e a tratti inquietante che, in seguito a rifiuti e atti di bullismo subiti dalla ragazza, ha agito nel peggiore dei modi. È influenzato da ideologie online che promuovono una mascolinità tossica, già presente in Jamie.

Adolescence invita a riflettere sulle responsabilità nella crescita dei giovani, sottolineando l’importanza di ambienti familiari, scolastici e sociali che promuovano l’empatia, la comunicazione e la comprensione delle emozioni.

E voi, cosa ne pensate?

Articolo scritto da Angela Maria Lo Russo, classe 3A del Liceo Classico, plesso Staffa, a.s. 2024/2025

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